ROMA - Il presidente del Consiglio Mario Monti, oggi a Bruxelles, ma già rientrato a Roma, lancia un «appello al senso di urgenza e responsabilità» per arrivare rapidamente anche al varo degli interventi sulle pensioni. E ricorda che se l'Italia non riuscisse a fare ciò che deve «le conseguenze sarebbero molto gravi per tutti». «Penso di agire rapidamente», ha risposto Monti ad una domanda su come intenda agire di fronte alla posizione di alcune forze sindacali che hanno detto 'nò ad interventi sulle pensioni.
«Avremo nei tempi molto ristretti che il calendario ci consente - ha aggiunto il presidente del Consiglio - anche delle consultazioni, ma io farò appello come ho già cominciato a fare in Parlamento, al fatto che siamo in situazione straordinariamente delicata, al fatto che certeÿritualità che sarebbero gradite a tutti, forse non sarebbero a vantaggio del Paese e dei cittadini: quindiÿfaccio appello a un senso collettivo di urgenza e di responsabilità. Se l'Italia manca questo passaggio o fa meno di quello che dall'Italia ci si attende le conseguenze sarebbero molto gravi per tutti».
Per tale ragione, ha insistito, «faccio affidamento su una particolarità della situazione del governo che presiedo: cioè sul fatto che ci sono tradizioni e modalità consolidate per quanto riguarda il Parlamento e le forze sociali, istituti rappresentativi a livelli diversi, ma questi istituti sanno che dietro di loro ci sono dei cittadini che sembrano apprezzare il lavoro condotto con spirito di servizio e nell'interesse generale da un gruppo di persone che sono state chiamate a fare cose che le ritualità tradizionali non hanno consentito di fare». Ad ogni modo, ha concluso, «ci sarà il massimo di spiegazione da parte mia».
"NIENTE AIUTI DA FMI" «Non è in considerazione». Questa è la risposta di Mario Monti ai giornalisti che gli hanno chiesto se l'Italia avesse richiesto l'aiuto del Fondo Monetario Internazionale. «Non c'è mai stata nessuna richiesta» di aiuti all'Fmi, ha detto Monti uscendo dal consiglio. «Stamattina ho incontrato il nuovo direttore europeo del Fmi, abbiamo definito le modalità di monitoraggio dell'Italia che avrà luogo dopo il 5 o il 9», ovvero dopo le misure e dopo il consiglio europeo che il professore auspica possa prendere decisioni positive.
LUNEDÌ RIFORME STRUTTURALI Il governo intende «introdurre» già nei provvedimenti di lunedì «riforme strutturali». Lo ha detto il premier Mario Monti in conferenza stampa a Bruxelles spiegando che l'obiettivo è «la riduzione del disavanzo pubblico». Poi ha aggiunto: «Un record di velocità non di lentezza, non è che se uno si taglia i capelli vuol dire che è in ritardo...».
SCHIFANI: PACCHETTO ENTRO NATALE «I tempi della manovra sono quelli che mi ha anticipato il presidente del Consiglio: entro Natale il governo intende ottenere l'approvazione definitiva dell'intero pacchetto». Così il presidente del Senato Renato Schifani ai giornalisti. «Sono certo, anche a nome del presidente Fini che il Parlamento saprà fare la propria parte, rigoroso e attento nell'esame della manovra e doverosamente veloce nei tempi».
MISURE ANTI-CRISI Una manovra da 20 miliardi di euro. Il governo Monti, alle prese con le misure anti- crisi, parte dai tagli alle pensioni, a cominciare proprio dalla «casta ». Prima di chiedere sacrifici ai cittadini, infatti, il premier punta a ridurre i costi della politica: i Presidenti di Camera e Senato, ad esempio, hanno deciso di far partire il metodo contributivo dal 1˚ gennaio prossimo per i vitalizi e di mandare senatori e deputati in pensione più tardi. Tra i 200 deputati che dovranno aspettare il compimento dei 65 anni per avere diritto alla pensione, anche l’ex presidente della Camera Irene Pivetti, che avrebbe potuto andare in pensione al compimento dei 50 anni, il 4 aprile 2013. Poi, però, toccherà ai cittadini. Perché allo studio del governo c’è il blocco totale del recupero dell’inflazione per le pensioni per il 2012 (per un totale di 5-6 miliardi) e l’aumento di due punti delle aliquote per i lavoratori autonomi. Ma c’è anche all’orizzonte una stretta sulle pensioni di anzianità: si ipotizza un aumento delle quote età contributi (adesso a 96 per i dipendenti con un minimo di 60 anni) per arrivare a quota 100 nel 2015 ma soprattutto è in atto una «battaglia» sulle anzianità con 40 anni di contributi (adesso è possibile uscire a qualsiasi età). Su queste ultime si studia un aumento della soglia minima di contributi oltre i 40 anni (a 41-43). Tra le altre misure sul tavolo del governo, l’Ici sulla prima casa, la patrimoniale (con Berlusconi che continua a opporsi perché «si deprimerebbero i prezzi delle abitazioni di oltre il 10%»), l’aumento dell’Iva, ma anche liberalizzazioni (ordini) e privatizzazioni (5 miliardi l’anno) accompagnati da misure di equità e crescita. Monti assicura che nel governo «non c’è alcun conflitto d’interesse » e che «la squadra è snella e forte». Ma il percorso è ancora tortuoso e difficile. «Le linee di una complessa politica economico- sociale - annuncia Monti - saranno presentate «nei prossimi giorni». Con ogni probabilità il pacchetto arriverà lunedì in Consiglio dei ministri. Ma l’Europa è in pressing e continua a chiedere anche più flessibilità in uscita nel mercato del lavoro con la revisione dell’articolo 18.
LA TEMPISTICA E LE MISURE. In ogni caso se non si metterà mano alla revisione e al taglio delle agevolazioni fiscali entro il 30 settembre 2012, scatterà automaticamente il taglio lineare per 4 miliardi di euro il prossimo anno di 16 miliardi nel 2013. Ma il tavolo presieduto da Vieri Ceriani, ora sottosegretario all'Economia, ha già ben evidenziato che esistono 'scontì più importanti, che quindi è più difficile tagliare, e sconti che valgono per 'pochi intimì o per pochi spiccioli ciascuno. Quindi sui famosi 4 miliardi si sta ancora ragionando anche per evitare un taglio 'linearè, cioè generalizzato su tutte le voci. Ipotesi sulla quale Ceriani ha lavorato di recente. Note anche le altre misure allo studio: Ici sulla prima casa, patrimoniale (Silvio Berlusconi continua a dire no perchè si deprimerebbero i prezzi delle abitazioni di oltre il 10%), aumento dell'Iva (non la vogliono i rappresentanti del commercio). Ma anche liberalizzazioni (ordini), privatizzazioni (5 mld l'anno) accompagnati da misure di equità e crescita (ad esempio più lavoro e meglio retribuito per giovani e donne). Insomma la situazione è complessa e ben lo sa il premier che infatti spiega: «Le linee di una complessa politica economico-sociale» saranno presentate «nei prossimi giorni». È già infatti noto che il pacchetto (forse il primo di due) arriverà lunedì prossimo 5 dicembre per l'esame del Consiglio dei ministri. Poi un esame lampo in Parlamento dove la manovra arriverebbe di fatto 'blindatà e la conversione in legge. Il tutto per per mettere all'Italia di uscire da una situazione «molto difficile».
LE MISURE SULLE PENSIONI Blocco del recupero dell'inflazione per tutte le pensioni in essere e revisione delle aliquote per eliminare le disparità tra le diverse categorie: dovrebbero essere queste - secondo quanto si è appreso da tecnici che stanno lavorando alla manovra correttiva - le principali misure in materia previdenziale per fare cassa e puntare al pareggio di bilancio nel 2013. A queste misure che dovrebbero portare risorse fresche (circa 5-6 miliardi solo con il blocco per un anno di tutte le pensioni comprese le più basse) dovrebbero aggiungersi poi gli interventi strutturali a partire dall'estensione del contributivo pro rata per tutti fino alla stretta sulle anzianità con l'aumento delle quote ma anche della soglia minima per andare in pensione di anzianità indipendentemente dall'età adesso fissata a 40 anni. La Ragioneria vorrebbe intervenire su tutte le questioni aperte (oltre alla perequazione e alle aliquote anche l'accelerazione sull'aumento dell'età delle donne nel privato, il contributivo, l'anzianità e la lotta ai privilegi) ed è aperto un confronto permanente con il ministero del Welfare. Il tema più scottante resta quello dell'uscita dal lavoro con 40 anni di contributi (adesso possibile sempre, indipendentemente dall'età anagrafica), strada percorsa da buona parte dei 174.000 pensionati per anzianità nel 2010 (l'età media di uscita per anzianità era inferiore ai 59 anni). Ecco in sintesi le misure allo studio del Governo in materia previdenziale all'interno di una manovra che per il prossimo anno dovrebbe valere circa 20 miliardi:
BLOCCO RECUPERO INFLAZIONE PER TOTALE PENSIONI: il blocco totale dei trattamenti rispetto all'inflazione per il 2012 dovrebbe valere a fronte di un aumento dei prezzi del 3% circa 5-6 miliardi, cifra questa che comprende però i 600 milioni già previsti per il blocco deciso dal precedente Governo per le pensioni più alte. Un blocco totale della perequazione era stato deciso dal Governo Amato nel 1992.
STRETTA ANZIANITÀ: si studia un aumento delle quote età contributi (adesso a 96 per i dipendenti con un minimo di 60 anni) per arrivare a quota 100 nel 2015 ma soprattutto è in atto una «battaglia» sulle anzianità con 40 anni di contributi (adesso è possibile uscire a qualsiasi età). Su queste ultime si studia un aumento della soglia minima di contributi oltre i 40 anni (a 41-43).
AUMENTO ALIQUOTE PER AUTONOMI: si studia la riduzione delle disparità esistenti tra le diverse aliquote contributive. È probabile un aumento di quelle dei lavoratori autonomi, adesso ferme al 20-21%. L'aumento sul quale si ragiona è di due punti percentuali per un entrata aggiuntiva nel 2012 nelle casse dell'Inps pari a circa 1,2 miliardi.
AUMENTO ETÀ VECCHIAIA DONNE PRIVATO: si ragiona su un anticipo dell'aumento dell'età di vecchiaia delle donne nel settore privato. Al momento il percorso per arrivare da 60 a 65 anni parte nel 2014 per concludersi nel 2026 ma si studia un adeguamento «accelerato» con una partenza nel 2012 e la conclusione nel 2016 o al massimo nel 2020.
ESTENSIONE CONTRIBUTIVO PRO RATA A TUTTI: è il cavallo di battaglia del ministro del Welfare, Elsa Fornero. Estendere il contributivo pro rata anche a coloro che hanno ancora il retributivo (chi ha cominciato a lavorare prima del 1978) è una questione di equità anche se non porterebbe risparmi immediati.
LOTTA A PRIVILEGI : (con contributo solidarietà). È probabile che si metta in campo un contributo di solidarietà per i pensionati dei fondi che in questi anni hanno garantito privilegi agli iscritti e che sono in perdita (elettrici, telefonici, dirigenti ecc). Sembra di nuovo esclusa invece l'ipotesi dell'anticipo al 2012 dell'adeguamento dell'età pensionabile all'aspettativa di vita adesso previsto per il 2013.
PRONTA LA SQUADRA PER LA MANOVRA La squadra di super esperti, che dovrà lavorare alla messa a punto degli interventi per il risanamento del bilancio e la spinta dell'economia, è ora al completo. Oltre alla prima fila, rappresentata dai ministri, tasselli importanti sono stati fissati ieri con le nomine dei sottosegretari. Al Premier-economista, Mario Monti, al ministro delle attività produttive, Corrado Passera, e al ministro del Welfare, Elsa Fornero, si affianca ora una task force di super-esperti economici. Dal bilancio, al fisco, dal lavoro alle privatizzazioni, fino allo sviluppo nessun settore appare scoperto Il nodo dei conti pubblici è ineludibile. Così, al fianco del premier Monti che mantiene l'interim sul ministero dell'Economia, arriva il vice-ministro Vittorio Grilli. È certamente un guardiano dei conti, in grado di dialogare con l'estero. L'ultimo suo incarico è quello di presidente dell' Economic Financial Committee, l'organismo degli sherpa che collabora strettamente con i ministri finanziari europei. Ma come direttore generale del Tesoro ha avuto il compito di monitorare e gestire il debito pubblico, dalle aste agli spread. È stato poi Ragioniere generale dello Stato, ed ha quindi una visione complessiva sulle spesa pubblica. Sul fronte del fisco l'uomo chiave è invece Vieri Ceriani. Viene dalla Banca d'Italia dove ricopriva un ruolo chiave proprio nel controllo del settore della finanza pubblica. Ma è stato tra i registi della riforma fiscale del 1996 targata Vincenzo Visco. Il suo standing istituzionale emerge chiaramente dal fatto che è stato proprio il più acerrimo «nemico» di Visco, l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti, a chiamarlo per guidare il tavolo più importante di riforma, quello per lo studio delle agevolazioni tributarie e assistenziali. Sarà suo il compito di ridurre le agevolazioni facendo scelte, senza avanzare con tagli lineari. Non meno conosciuto, nel settore dei conti pubblici, è Gianfranco Polillo, un vero esperto di bilancio dello Stato, che ha guidato l'ufficio studi della Camera, ha poi collaborato con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, quindi con una task force economica di Palazzo Chigi ed è ora consigliere economico del presidente del gruppo parlamentare Pdl alla Camera. Ma nei ruoli chiave ci sono anche Michel Martone, giovane vice ministro del ministero del Welfare. Mentre Elsa Fornero si occuperà di pensioni, spetterà a lui affrontare i nodi che riguardano il lavoro, avviando il confronto con i sindacati anche sui nodi spinosi delle tutele, per favorire certezze imprenditorali ma anche per superare la precarietà occupazionale di giovani e donne. Se la mission è quella della crescita è chiaro che Corrado Passera, neo ministro alle attività produttive, punta a rivitalizzare l'economia facendo tesoro dell'esperenzia alle Poste prima e in Banca Intesa poi. La dotazione di infrastrutture è certo una delle carenze storiche del Belpaese: sarà questo il compito del «vice-ministro» Mario Ciaccia che lasciato il ruolo di amministratore delegato di Banca Infrastrtture Innovazione e Sviluppo. E la collaborazione tra pubblico è privato sarà certo la strada che percorrerà.
ARRIVA ORGANISMO DI CONTROLLO Pareggio di bilancio in costituzione e organismo indipendente di controllo sui conti pubblici: questi due impegni, ribaditi mercoledì scorso dal premier Mario Monti con la commissione Ue e con Merkel e Sarkozy, si concretizzano. Infatti sono previsti dal nuovo testo di riforma dell'articolo 81 della costituzione portato in aula alla Camera dal comitato ristretto. Il sì dall'Assemblea di Montecitorio arriverà domani mentre per il Senato è previsto un iter rapido. La costituzionalizzazione del rigore finanziario, prevista dal Patto Europlus dello scorso marzo, è diventato ancora più cogente ora che l'Italia vuole convincere i partner Ue che la strada imboccata non è reversibile e non dipende da uno o un altro governo. Ciò può convincere la Germania ad aprire a strumenti come gli Eurobond o un ruolo più forte del Fondo salva-Stati (Efsf). Il nuovo articolo 81 della Costituzione prevede che «lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico». «Il ricorso all'indebitamento - precisa poi il testo - non è consentito se non al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e previa autorizzazione delle Camere, adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, e al verificarsi di eventi eccezionali». La novità principale è l'introduzione di un «organismo indipendente» di controllo dei conti pubblici. La riforma demanda ad una legge ordinaria di attuazione alcuni futuri compiti, tra cui «l'istituzione di un organismo indipendente presso il Parlamento al quale attribuire dei compiti di analisi, verifica e valutazione in materia di finanza pubblica, con organizzazione e funzionamento disciplinato dalle Camere». Ciò ha fatto storcere il naso a molti deputati che hanno visto un depauperamento del ruolo del Parlamento. Tutti i dati che emergeranno dal nuovo organismo, ha sottolineato il ministro per i rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, «non saranno di proprietà del Parlamento, ma del Paese e dell'Unione europea. Queste son verità nuove della nostra vita amministrativa a cui dobbiamo abituarci». Una polemica ha riguardato la Corte dei Conti. Il presidente Luigi Giampaolino ha inutilmente chiesto, in una lettera, che fosse mantenuto il compito affidato alla sua Corte dal precedente testo della riforma, quello di poter sollevare il conflitto di attribuzione presso la Consulta per le leggi non coperte.
Da : www.leggo.it