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sabato 10 dicembre 2011

RIDUZIONE DELLE INDENNITA PARLAMENTARI. E' GUERRA.

Indennità ridotte ai parlamentari?
Fini: ok, ma non in questo decreto

"La norma va realizzata in Aula". Ma il presidente della Camera assicura tempi brevi



"Escludo che da parte del Parlamento ci possa essere un'azione dilatoria nei confronti di quello che inappropriatamente il governo ha inserito nel decreto,la riforma delle indennità, uniformando il trattamento economico dei parlamentari italiani alla media europea". Parola di Fini, che sottolinea come "sia doveroso per il Parlamento essere trasparente e dare luogo a una riforma delle indennità", che verrà realizzata in un'apposita commissione.

E' giusto insomma, spiega il presidente della Camera, che l'operazione venga realizzata in modo assolutamente trasparente con una riforma in cui si spieghi in base a quali criteri la riforma stessa viene realizzata e uniformando comunque "il trattamento dei parlamentari italiani a quello della media degli altri paesi europei".

A questo proposito Fini ha sottolineato che è stata istituita una commissione presieduta dal presidente dell'Istat con lo scopo di "individuare una modalità che non si discosti troppo da quella già in atto negli altri Paesi europei".

"Questa commissione terminerà il suo lavoro nel più breve tempo possibile", ha aggiunto Fini: "Mi auguro che lo faccia nelle prossime settimane, dopodiché le due Camere tradurranno in apposite norme interne il risultato dei lavori di questa commissione".

"Nel decreto del governo la norma era scritta male, nel senso che non è possibile - ha evidenziato Fini - intervenire per decreto nell'ambito di questioni che sono di competenza esclusiva delle Camere. Ma di questo il governo è perfettamente consapevole e la norma sarà corretta".

Monti taglia le indennità, monta la protestaLa giornata era stata tutta caratterizzata dalla ribellione della Casta davanti a una norma comparsa nel decreto legge con cui le indennità dei parlamentari venivano equiparate a quelle degli europei. Insomma, tagliamo tutto ma non le nostre indennità. La norma della manovra Monti che prevede un decreto per ridurre già da gennaio le indennità ai parlamentari non è piaciuto per niente ai politici nostrani. "Viola l'autonomia del Parlamento", fanno sapere da Montecitorio e Palazzo Madama.

L'indennità di un deputato italiano oggi ammonta a 11.704 euro, ovviamente al netto della diaria. E' di circa 6mila euro in meno (per la precisione 5.339) la media delle retribuzioni nell'eurozona. Cifre a cui guarda come modello il governo con l'obiettivo di ridurre i costi della politica. Cifre che farebbero venire un colpo ad Alessandra Mussolini, che al settimanale A ha dichiarato: "Togliere il vitalizio è istigazione al suicidio".

I parlamentari preferirebbero invece adeguarsi a Strasburgo: un eurodepuato guadagna infatti quasi 6mila euro netti mensili, ma al netto dei generosi benefit, e i collaboratori sono a carico del Parlamento. I tecnici di Montecitorio hanno fatto due conti e hanno scoperto che l'adeguamento all'Europarlamento farebbe quasi raddoppiare i costi della "casta" anziché ridurli.

Corsaro: "Verso un rinvio dei tagli sugli stipendi dei parlamentari"E poi, al termine della giornata, ecco la precisazione del vicecapogruppo Pdl alla Camera Massimo Corsaro, che dice: si va verso un rinvio dell'intervento sul taglio degli stipendi. "Si sta lavorando per un emendamento - ha detto Corsaro - in cui si stabilirà un tempo massimo entro cui la commissione sui costi della politica e degli amministratori dovrà intervenire" sul taglio degli stipendi dei parlamentari: "Eventualmente la nuova formulazione servirà per dare qualche mese in più di tempo". Detto questo, Corsaro tiene a specificare che "in ogni caso, si tratta di un atto che deve fare il Parlamento e non il governo".


Fonte : tgcom24

venerdì 9 dicembre 2011

Equitalia, esplode pacco bomba

Equitalia, esplode pacco bomba
Ferito il direttore agenzia

L'uomo è rimasto colpito alla mano. L'ordigno era in un pacco postale. Procura di Roma valuta pista anarchica






ROMA - Un pacco bomba è esploso all'Agenzia Equitalia di via Andrea Millevoi 10, a Roma, in zona Cecchignola. Sul posto gli artificieri. Indaga la Digos. Il plico è stato recapitato via posta. Si tratta di una busta imbottita indirizzata a Marco Cuccagna, direttore generale della stessa agenzia per la riscossione dei tributi che è rimasto ferito alla mano proprio. L'uomo ha perso la falange del dito. Secondo quanto si è appreso, l’uomo è stato trasportato in codice giallo al Sant’Eugenio.
INDAGINI - Attentato con finalità di terrorismo. Per questa ipotesi di reato la procura di Roma ha aperto un fascicolo d'inchiesta. Le indagini sono coordinate dall'aggiunto Pietro Saviotti. La procura di Roma non ha dubbi: il pacco bomba che ha ferito il direttore generale di Equitalia è di matrice anarchica. Del resto, era di provenienza anarchica anche il plico esplosivo inviato ieri al presidente della Deutsche Bank, Josef Ackermann. Lo scorso anno, proprio di questi tempi, la galassia anarco-insurrezionalista italiana era ritornata sulla scena con l'invio di una serie di pacchi bomba a numerose ambasciate e sedi diplomatiche della capitale. Adesso nel mirino dell'organizzazione terroristica sembrano essere finiti personaggi e istituti legati agli ambienti della finanza e dell'economia.
QUESTORE: «C'E' ALLARME» - Dopo la bomba in Germania, secondo il questore di Roma Francesco Tagliente, "«c’è un allarme». E’ quanto ha detto il questore uscendo dalla sede di Equitalia di via Millevoi. per recarsi in ospedale ad incontrare il dg ferito, che ha ricevuto la solidarietà del ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri.
MONTI SOLIDALE - Anche il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha espresso la propria solidarietà e vicinanza umana e istituzionale al direttore Marco Cuccagna. E ha manifestato al presidente di Equitalia Attilio Befera la propria stima e sostegno per l'azione fin qui svolta». Dice Monti: «Equitalia ha sempre svolto e continua a svolgere esclusivamente il proprio dovere, nel pieno rispetto delle leggi. Una funzione essenziale per il funzionamento dello Stato, senza la quale non sarebbe possibile erogare servizi ai cittadini ed alle loro famiglie».

IN PARLAMENTO AI VOTI IL LATO B DELLE PARLAMENTARI !!!

Il deputato da' i voti ai 'lati B' del Pdl. Furia Mussolini: "E io ai piselli"

L'onorevole Mazzuca pensa alla classifica dei sederi. La pasionaria risponde: "Io faccio quella dei 'microchip'..."


Da www.liberoquotidiano.it

Se dal fattore B  si passa al "lato B" si infuria anche una delle più irriducibili sostenitrici del Cavaliere. Martedì pomeriggio alla Camera è scoppiata una bufera quando si è appreso dell'idea di classificare i sederi delle berlusconiane. L'iniziativa è di Giancarlo Mazzuca, responsabile delle comunicazioni del PdL che pare si stia impegnando a pubblicare un articolo - in merito ai 'lati B', ovviamente - su Panorama. La trovata ha fatto irritare non poco la vulcanica Alessandra Mussilini. L'ha fatta arrabbiare così tanto da spingerla a sfogarsi con l'avversaria Paola Concia, deputata del Pd: uno sfogo a base di 'microchip'... 

LA CLASSIFICA - Di lati B, Mazzuca dice esserne un grande intenditore. E cosa c'è di meglio che un articolo ad hoc su un importante settimanale? C'è un problema, però, che un buon giornalista, quale lui è (sì, è anche giornalista), non dovrebbe mai commettere.  Non avrebbe dovuto spifferare la 'notizia' prima di metterla nero su bianco. Niente di più sbagliato che coinvolgere l'oggetto del suo studio, insomma, soprattutto se il 'campione' (dei sederi) coinvolge una battagliera come la Mussolini. Sì, perché il polverone si è alzato quando l'ingenuo Mazzuca ha rivolto alla pasionaria nipote del Duce la fatidica domanda: "Vuoi essere inserita al quinto posto della classifica?". Appena quest'ultima si è resa conto dell' argomento in questione, è scoppiato un inferno. Mazzuca sta forse pensando alla graduatoria delle più impegnate? Delle più combattive? Di quelle che hanno presentato più disegni di legge? "Macché disegni di legge, qui si parla di culi" si sarebbe vista rispondere dal deputato Pdl Giancarlo Mazzuca, già direttore del Resto del Carlino e candidato sindaco a Bologna. Di qui, l'ira funesta e la promessa: "Vendetta".

LA VENDETTA - Stando a quanto riporta il quotidiano La Repubblica, la deputata avrebbe raccontato inviperita tutto a Paola Concia, incrociata fuori dal bagno, che si è trasformato in un teatro per le più intime confidenze femminili. Ma c'è di più, la Mussolini sarebbe poi andata in giro per il Transatlantico alzando il retro della giacca dei colleghi per rendere pan per focaccia. Poi si sarebbe precipitata da Cicchitto e Buonaiuti per lamentarsi dell'offesa.  "Sai che ho detto a Bonaiuti e a Cicchitto? Che se esce una sola riga di questa roba possono star certi che lo scrivo io un articolo su l'Espresso, ma per fare la "mia" classifica, di quanto è lungo o corto il microchip dei nostri parlamentari. Sai che risate ci facciamo?". 
  

giovedì 8 dicembre 2011

Monti incontra Geithner, S&P: niente esplosione euro

Monti incontra Geithner, S&P: niente esplosione euro

Premier ora vola a Bruxelles, summit cruciale. Fitch: manovra Italia allenta tensione sul Paese

 

Ansa - 08 dicembre, 12:54

MILANO - Gli Stati Uniti sostengono gli "sforzi dell'Italia e dell'Unione Europea" e, incoraggiati dai progressi delle ultime settimane, guardano con molto interesse al vertice europeo che si apre oggi a Bruxelles. L'incontro fra il segretario al Tesoro Tim Geithner e il premier e ministro dell'economia Mario Monti dura circa un'ora nella sede della prefettura di Milano dove il professore di Varese illustra la Manovra approvata dal cdm e ora sotto l'esame del Parlamento che spera lo "converta presto in legge".
Quello di oggi oltre a essere una tappa del viaggio di Geithner in diversi paesi europei e alla Bce per discutere della crisi del debito sovrano, rappresenta un tassello importante del rapporto fra Italia e Stati Uniti che verrà rafforzato con la visita di Monti a gennaio alla Casa Bianca "in una data ancora da definire". Geithner guarda con "estremo interesse" all'esito del vertice Eurosummit di cui discute con Monti i temi salienti: "abbiamo discusso - spiega il premier - dei passi verso una più stretta unione fiscale con eventuale modifica del trattato Ue e della costruzione di firewall per dare conforto alla zona euro" oltre al ruolo di coordinamento che il Fondo monetario "può avere nel far funzionare in modo armonioso l'intero mosaico in questa fase delicata". Per Geithner quelle dell'Europa "sono sfide impegnative, ci vorrà tempo ma siamo confortati dai progressi delle ultime settimane". Quindi il segretario loda la credibilità e il prestigio di Monti e il suo "forte programma di riforme economiche" contenute nel decreto 'Salva Italia', dicendosi sicuro che "l'Italia tornerà a crescere nel futuro non solo in Europa ma anche nel resto del mondo".
Il premier Monti adesso volera' a Bruxelles. E' tutta in salita la strada che il vertice europeo di oggi e domani dovrà percorrere per mettere la moneta unica al riparo da un naufragio che rischia di travolgere non solo il progetto d'integrazione europea ma anche l'economia internazionale. I segnali giunti dalle capitali e dai mercati alla vigilia dell'appuntamento più importante nella storia dell'Ue sui due grandi capitoli al centro del summit - la riforma dei Trattati e il 'muro' finanziario da erigere a difesa dell'euro - sono stati tutt'altro che rassicuranti.
Nell'Ue la situazione "é grave", "l'euro può esplodere" e "l'Europa disfarsi": lo ha detto il ministro francese degli Affari europei, Jean Leonetti, che paventa una "catastrofe" non solo per il Vecchio continente e la Francia, ma "per tutto il mondo". Standard and Poor's, che lunedì ha minacciato di declassare il rating di 15 paesi della zona euro, non pensa a scenari di esplosione dell'unione monetaria, ha assicurato oggi il capo economista Europa dell'agenzia, Jean-Michel Six.
La cancelliera tedesca Angela Merkel potrebbe quindi convocare, in caso di necessità, un nuovo vertice europeo entro Natale. Lo riporta il tabloid tedesco Bild, nella edizione cartacea di stamani. Obiettivo di un ulteriore summit sarebbe la volontà di imporre le modifiche dei trattati.
La Germania, hanno fatto sapere fonti del governo, è "più pessimista" della scorsa settimana sulla possibilità di raggiungere un accordo complessivo nonostante l'intesa annunciata lunedì dalla coppia Merkel-Sarkozy. Perché, hanno aggiunto le stesse fonti, "un certo numero di Paesi non ha ancora capito la gravità della situazione". E sempre dalla Germania sono arrivate indiscrezioni su un 'no' tedesco all'ipotesi di rafforzare gli strumenti a difesa dell'euro facendo coesistere il fondo salva-Stati (dotato di una potenza di fuoco di 440 miliardi) con l'Esm (il fondo monetario europeo che dovrebbe nascere con un anno d'anticipo nel 2012 con una dotazione di 500 miliardi). Non a caso in serata il presidente americano, Barack Obama, ha chiamato proprio la cancelliera tedesca, Angela Merkel, fortemente preoccupato dalle conseguenze di un eventuale fallimento del vertice europeo. Entrambi i leader - fa sapere la Casa Bianca - sono d'accordo sulla necessità di trovare "una soluzione duratura e credibile alla crisi". Il pressing degli Usa è forte, tanto che il presidente è voluto intervenire direttamente - telefonando alla cancelliera - nonostante il segretario al Tesoro americano Timothy Geithner sia già da due giorni nel Vecchio Continente, per spronare i suoi leader a fare tutto il necessario. Al pessimismo tedesco, però, si è aggiunto lo scetticismo austriaco sulla possibilità che nella due giorni di Bruxelles si riesca a costruire un 'muro' per la difesa dell'euro sufficientemente robusto per resistere da tre a cinque anni. Cioé proprio quello che Geithner sta chiedendo con forza agli interlocutori europei (oggi sarà la volta di Mario Monti). Ma a indicare che i problemi aperti sono ancora tanti e complessi é stato anche Sarkozy. "Il rischio di esplosione dell'Ue rimarrà concreto fino a quando l'accordo di lunedì scorso tra Francia e Germania per un nuovo trattato Ue non diventerà effettivo". Il presidente francese ha sottolineato che "non c'é alternativa" all'alleanza franco-tedesca per ridare fiducia agli investitori. La reazione dei mercati è stata immediata. Lo spread tra Btp e Bund è tornato a crescere, l'euro si è indebolito, l'andamento degli indici delle principali borse europee è stato negativo.
Sarebbe preferibile che i 27 membri dell'Unione europea trovassero l'accordo su un nuovo trattato, ha detto il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker, aggiungendo comunque che un accordo solido tra i 17 membri dell'eurozona sarebbe meglio di un'intesa che rischi di essere indebolita dai paesi che non sono membri di Eurolandia. "Cio che è più importante è che mettiamo in piedi una robusta architettura", ha detto Juncker a radio France Info, secondo quanto riferisce Bloomberg.
FITCH, MANOVRA ALLENTA TENSIONE RATING, PIU' CREDIBILITA' - La manovra varata dal governo italiano allenta la tensione sul rating del Paese nel breve termine, rafforzando la propria credibilità nel cercare di arrivare al pareggio di bilancio nel 2013. Lo afferma Fitch in una nota, confermando il giudizio sull'Italia ad A+ con outlook negativo.
S&P: BANCHE ITALIA SOTTO LA LENTE, TAGLIO RATING POSTE - Intanto Standard & Poor's ha messo sotto osservazione con implicazioni negative i rating di diverse banche italiane, tra cui Cassa Depositi prestiti, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps, Ubi Banca, Bnl, Mediobanca, Banco Popolare, Popolare di Vicenza, Veneto Banca. Abbassato da 'BBB+' a 'BBB' e messo sotto osservazione il rating di Banca Carige e Bpm. Lo riferisce l'agenzia Bloomberg. Standard & Poor's ha annunciato ieri di aver messo sotto osservazione il rating di alcuni grandi gruppi bancari europei. Standard & Poor's ha anche tagliato il rating a lungo termine di Poste Italiane da A ad A-, mantenendolo in Credit Watch Negative. La decisione, si legge in una nota, riflette le recenti decisioni sul rating sovrano dell'Italia, visto il legame con lo Stato che, nella terminologia dell'agenzia di rating, passa da una definizione di "importante" a "molto importante". "Pensiamo - dice S&P - che un default o un stress di credito di Poste avrebbe un impatto significativo sulla reputazione della Repubblica italiana. Poste è l'azienda più grande del paese per numero di dipendenti (150mila)". Per quanto riguarda invece il profilo di credito stand-alone (Sacp) dell'azienda, il giudizio rimane 'bbb+', visto il profilo di rischio del business "soddisfacente" e un profilo di rischio finanziario "intermedio".

mercoledì 7 dicembre 2011

GERMANIA - MONETA PARALLELA IN CIRCOLAZIONE DA ANNI !!!

Girando e rigirando in rete ci si imbatte, con un bel pò di pazienza e di lavoro, anche in articoli di vecchia data.... Ed ecco che da www.disinformazione.it viene fuori un articolo datato 15/09/2005, nel quale si parla di una moneta che, in Germania, circola parallelamente all'euro ufficiale....
Valore di 1:1 con la moneta ufficiale, vengono stampate banconote da 1, 2, 5, 10, 20 e 50 REGIOGELD.




Il vecchio continente non si è ancora abituato all'euro, quand'ecco che, per conforto e convenienza, la Germania si affida anche a una "moneta parallela", chiamata "Regiogeld". Vale a dire ad una sorta di moneta regionale di necessità, che si mette in parallelo nel rapporto di uno a uno con quel mezzo di pagamento ufficiale che resta pur sempre l'euro. Una "moneta parallela" che diventa in pratica un bene economico intermediario - accettato pro tempore in un determinato territorio - per l'acquisto di beni e servizi. Senza che possa sostituirsi all'euro ma solo integrarlo - là dove occorra - nelle sue funzioni istituzionali.
Il "Regiogeld" persegue infatti il fine di riattivare, intensificare e proteggere le relazioni economiche nell'ambito regionale. Sempreché esso riesca a stimolare il consumo locale con una piena trasparenza dei prezzi, privilegiando i piccoli e medi produttori e i commercianti
della regione. Il che ci rimanda alla lontana origine della moneta, che fu incontestabile creazione dell'economia mercantile e non già degli stati o dei comuni.
Dal febbraio scorso circola anche nella capitale federale della Germania e come suo primo passo solo nel quartiere centrale Prenzlauer Berg - il più politicizzato della metropoli sulla Sprea - la "moneta parallela" regionale chiamata per unità Berliner. Una misura di valore e un mezzo di pagamento, con tagli cartacei per ora solo da 10 Berliner colore verde, da 5 colore azzurro e da uno colore arancione.
Su queste singolari "banconote" campeggia il contrassegno di "August 2005". Per avvertire che esse manterranno il loro valore di 1 a 1 rispetto all'euro sino a quella data. Dopo di che le stesse potranno venire ricambiate in euro o in una loro serie successiva, subendo una
svalutazione del 5 per cento.
Una scrematura percentuale che va però a finire nelle casse degli enti locali di pubblica utilità o di interesse collettivo. Si tratta insomma di un accorgimento monetario che si prefigge di trattenere la ricchezza prodotta nella stessa regione, promuovendo fermamente il consumo interno per sostenere gli operatori locali.
"Sta di fatto - spiega al riguardo il settimanale Das Parlament, orga-no ufficiale del Bundestag - che i circuiti economici regionali tedeschi devono subire forti cedimenti a causa della globalizzazione e del multilateralismo imprenditoriale. Ragion per cui è bene che sia il
comportamento dei consumatori a stabilire quale genere di economia vada sostenuto, secondo il principio che la domanda determina l'offerta".
E' stato il Presidente del Bundestag, Wolfgang Thierse (Spd), a compiere il primo passo per sottolineare il significato intimo dell'istituzione del Berliner, come fattore di promozione dell'economia berlinese. Egli si è recato, accompagnato dai fotoreporter, a fare acquisti alimentari nel quartiere Prenzlauer Berg - dove abita da decenni - e ha pagato il conto con la "moneta parallela" da poco circolante nella capitale.
A rompere il ghiaccio in Germania fu però la città anseatica di Brema - uno dei 16 Länder federali - che istituì due anni e mezzo fa la prima "moneta paral-lela" tedesca, che assunse il nome di Roland, per rievocare l'illustre figura del nipote di Carlo magno, divenuto il
simbolo della stessa città.
Cinquanta città tedesche, grandi e piccole, sono ora in procinto di far proprio il modello del "Regiogeld". Dieci città lo hanno già adottato. Cinque di esse meritano una particolare menzione per il successo già conseguito con il loro modello monetario regionale di
necessità. Sono Prien in Baviera con il Chiemgauer, Dresda con l'Elbtaler, Berchtesgaden, con lo Sterntaler, Güsen (Sachsen-Anhalt), con Urstromtaler e Gies-sen (Assia) con lo Justus. Düsseldorf, la capitale del più popoloso Land tedesco NRW, metterà in circolazione il
suo "Rheingold" con tagli da 1, 5, 10, 20 e 50 unità-moneta, a partire dal luglio prossimo. A Friburgo, la moneta si chiamerà "Breisgauer Regio".
Sembra di poter dire a questo punto che a fianco dell'Europa delle regioni si stia profilando anche un'Europa d elle "valute parallele".
Infatti si può ritenere che il sistema monetario europeo possa stabilizzarsi nel prossimo futuro su due livelli: quello superiore e forte dell'euro e quello inferiore e più flessibile delle citate
"valute parallele".